Wild Cards - 9. Il Castello di Cristallo by George R. R. Martin

Wild Cards - 9. Il Castello di Cristallo by George R. R. Martin

autore:George R. R. Martin [Martin, George R. R.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, General
ISBN: 9788852057694
Google: eykwBQAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2014-11-18T00:00:00+00:00


Le tentazioni di Hieronymus Bloat

VII

Blaise ha buttato giù l’Edificio amministrativo che mi circondava, rimpiazzandolo con una gigantesca gabbia di acciaio. Sconsolato, ho visto attraverso le sbarre Blaise e l’Originatore richiamare tutti i joker dalle loro case e dalle grotte sottostanti, radunarli in gran massa davanti a me. Era presente anche Tachyon-Kelly, in piedi accanto a Blaise, e si cullava l’immenso pancione. Blaise l’ha baciata selvaggiamente, con gli occhi aperti a fissare me, non lei. L’Originatore ha applaudito il gesto; Latham, che aveva sottratto tutti i soldi ai joker, teneva le banconote in un’enorme catasta verde davanti a sé.

«Durg, adesso» ha detto Blaise e ho sentito un boato. È apparso un bulldozer grande come una casa. Sul davanti, aveva il viso di Durg. Il bulldozer Durg smuoveva la terra delle Rocce, guidando inesorabile verso i joker, che gridavano con le loro labbra blu di rapture e indietreggiavano tremanti davanti a quell’orrore meccanico, finché l’acqua della Baia di New York non gli lambiva le caviglie.

«Basta!» ho gridato a Blaise dalla mia gabbia. «Questa è la terra dei joker! Non è vostra; queste sono le Rocce!»

Blaise è scoppiato a ridere, mentre l’Originatore, con un sorriso gelido, suddivideva le banconote in piccole pile davanti a sé. Soffiava un vento freddo, cupo, che ha sparpagliato i soldi. Latham è corso dietro alle banconote volanti, gridando e cercando di acciuffarle, ma il vento le ha portate tutte fuori dalla baia. L’Originatore-Latham saltava su e giù per la riva, imprecando.

«Originatore!» gli ho gridato. «Devi aiutarmi! Io sono il governatore!»

Blaise rideva dell’Originatore, rideva di me. Il bulldozer Durg radunava i joker, costringendoli verso l’acqua sempre più profonda.

«Be’, Ciccione, sei stato preso in trappola, ma questo lo sai già.»

Ho abbassato lo sguardo e visto il pinguino che sogghignava. Attaccato al copricapo a imbuto aveva un anello, da cui penzolava una chiave antica tutta decorata.

«Zitto. Vai via» gli ho detto.

«Che succede, governatore? Hai paura?» Il pinguino fece schioccare la lingua e scosse la testa in segno di diniego. La chiave tintinnò contro l’anello producendo una specie di scampanellio sordo. «Hai tanto potenziale, tanto potere.»

«Io non ho nessun potere» mi sono infuriato. «Neanche un po’. Le caverne sono saltate fuori e basta; non so come le ho fatte o come potrei rifarle. È tutto un inganno. Maledizione, avrei potuto trasformare questo posto in qualcosa di meraviglioso se solo me lo avessero permesso.»

Il pinguino era d’accordo. «Potresti ancora, se alzassi quel culone e usassi il tuo potere. Ma tu non lo farai. Non ci credi sul serio.»

Mi sono messo a camminare avanti e indietro lungo il perimetro della gabbia. Adesso ero il Reietto e il fodero vuoto mi batteva contro il fianco come promemoria della mia impotenza. Ho scosso le sbarre; ero furioso.

Non ha portato a nulla di buono. Blaise ha riso, Latham mi ha ignorato. Il bulldozer Durg ha spinto i joker finché le acque della baia non si sono chiuse sopra di loro in modo tetro e definitivo.

Blaise ha messo un braccio intorno alla vita rigonfia di Tachyon e l’ha condotta fino alla mia prigione.



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